METODOLOGIA AGILE:
CASE STUDY TEASER 3D
CASE STUDY TEASER 3D
In questa pagina esploreremo in profondità la creazione di un TEASER 3D di qualità, illustrata attraverso la Case History della campagna EXPECT MORE di Cherubini.
Metteremo in evidenza l'approccio che abbiamo adottato e i vantaggi che ne abbiamo tratto, poiché è l'approccio agile che adottiamo per tutti i nostri progetti ambiziosi, e che ci permette di raggiungere i risultati attesi.
PARTENZA
Iniziamo sempre ascoltando attentamente la richiesta del cliente. Per questa campagna, Cherubini non aveva un prodotto specifico da mettere in luce, ma voleva accendere l'interesse e la curiosità tra i tecnici e gli installatori: un gruppo target cruciale per loro ma ancora in gran parte inesplorato.
L'obiettivo era anche di rafforzare la loro brand awareness.
L'obiettivo era anche di rafforzare la loro brand awareness.
Con questo in mente, abbiamo proposto la creazione di un video Teaser emozionale che catturasse l'essenza delle tecnologie di Cherubini e del loro Brand nel suo complesso, elevando la qualità percepita della loro comunicazione.
RICERCA e REFERENCE
Non ci siamo limitati a realizzare il video per poi presentarlo direttamente a Cherubini; eravamo consapevoli che, procedendo in quel modo, le chances di ottenere un risultato impeccabile sarebbero state quasi nulle.
Quindi, ci siamo immersi nelle tecnologie di Cherubini, cercando di comprenderne l'essenza e il funzionamento.
Quindi, ci siamo immersi nelle tecnologie di Cherubini, cercando di comprenderne l'essenza e il funzionamento.
Dopo aver raccolto le reference visive dal cliente, ci siamo resi conto del loro vibe cyberpunk/sci-fi. Tuttavia, era chiaro che Cherubini mirava a comunicare alta tecnologia, senza deviare dal loro stile autentico.
Questo ci ha spinto a fare una proposta anche da parte nostra, basata su una visione più pulita e moderna.
Abbiamo quindi avviato una dettagliata ricerca visiva, considerando sia le loro reference sia le nostre, e abbiamo creato una Moodboard di presentazione.
Questo ci ha spinto a fare una proposta anche da parte nostra, basata su una visione più pulita e moderna.
Abbiamo quindi avviato una dettagliata ricerca visiva, considerando sia le loro reference sia le nostre, e abbiamo creato una Moodboard di presentazione.
È stato fondamentale interpretare correttamente le reference del cliente perché, quando abbiamo presentato le nostre proposte, Cherubini ha subito riconosciuto e accolto la nostra visione.

CONCPET e STORYTELLING
Il concept e lo storytelling sono stati al centro della nostra attenzione.
Pur avendo un video progettato per essere emozionale, evocativo e dinamico, abbiamo mantenuto uno storytelling solido come filo conduttore, garantendo che il video avesse coerenza e valore sia per le persone che lo notano, sia per quelle che non lo notano.
Pur avendo un video progettato per essere emozionale, evocativo e dinamico, abbiamo mantenuto uno storytelling solido come filo conduttore, garantendo che il video avesse coerenza e valore sia per le persone che lo notano, sia per quelle che non lo notano.
È essenziale sottolineare quanto un concept ben definito e attentamente allineato alle esigenze del cliente, sia stato cruciale.
In questo modo, se ogni elemento nel video ha un motivo d'essere, si sposta la discussione con il cliente da un semplice "mi piace" a "è coerente" e "raggiunge l'obiettivo".
In questo modo, se ogni elemento nel video ha un motivo d'essere, si sposta la discussione con il cliente da un semplice "mi piace" a "è coerente" e "raggiunge l'obiettivo".

STORYBOARD
Dopo aver definito lo storytelling, ci siamo concentrati sulla creazione dello storyboard, adottando un approccio flessibile e agile.
Abbiamo concepito il video come un insieme di "mattoncini" modulari, che potevano essere facilmente modificati, spostati, eliminati o integrati, garantendo sempre coerenza e fluidità al racconto.
Questa modularità ci ha offerto la libertà di esplorare diverse varianti, sia per affinare la nostra visione sia per condurre A/B Test.
Ci ha anche dato la possibilità, a posteriori, di creare una versione del video "Short" più delle clip social, con il minimo effort.
Abbiamo concepito il video come un insieme di "mattoncini" modulari, che potevano essere facilmente modificati, spostati, eliminati o integrati, garantendo sempre coerenza e fluidità al racconto.
Questa modularità ci ha offerto la libertà di esplorare diverse varianti, sia per affinare la nostra visione sia per condurre A/B Test.
Ci ha anche dato la possibilità, a posteriori, di creare una versione del video "Short" più delle clip social, con il minimo effort.
Lo storyboard seguiva una struttura chiara:
SPOILER - STANZA - 4 TECHE - OUTRO.
Ogni segmento aveva la sua funzione e poteva essere adattato in base alle esigenze. Ad esempio, lo "SPOILER" era ideale per catturare l'attenzione nei preroll o sui social, ma poteva essere omesso in altri contesti.
Per l'OUTRO, avevamo diverse opzioni, sia in 2D che in 3D.
Questo approccio non solo ci ha permesso di testare diverse soluzioni, ma ha anche messo il cliente nella condizione di poter scegliere tra le varianti proposte, evitando di metterlo nella scomoda posizione di dover ideare soluzioni alternative da solo.
SPOILER - STANZA - 4 TECHE - OUTRO.
Ogni segmento aveva la sua funzione e poteva essere adattato in base alle esigenze. Ad esempio, lo "SPOILER" era ideale per catturare l'attenzione nei preroll o sui social, ma poteva essere omesso in altri contesti.
Per l'OUTRO, avevamo diverse opzioni, sia in 2D che in 3D.
Questo approccio non solo ci ha permesso di testare diverse soluzioni, ma ha anche messo il cliente nella condizione di poter scegliere tra le varianti proposte, evitando di metterlo nella scomoda posizione di dover ideare soluzioni alternative da solo.

PROOF OF CONCEPT
Una volta delineato lo storyboard, abbiamo espanso la Moodboard in maniera più focalizzata e abbiamo preparato un "Proof of Concept": un semplice ma efficace "moodboard animato", pensato per offrire un'anteprima del ritmo e dell'impatto del video.
Dopo qualche giorno di brainstorming e con una visione generale ben definita, ma ancora con diverse opzioni da valutare, abbiamo deciso di esporre il nostro lavoro a Cherubini.
In un incontro dedicato, abbiamo presentato il Concept, la Moodboard e il nostro Proof of Concept, pur non avendo ancora sviluppato il design visivo finale.
In un incontro dedicato, abbiamo presentato il Concept, la Moodboard e il nostro Proof of Concept, pur non avendo ancora sviluppato il design visivo finale.
PREVISUALIZZAZIONE
Dopo aver raccolto i feedback e gli spunti del cliente, la settimana successiva abbiamo fornito un'idea del ritmo dell'animazione di una delle quattro tecnologie e della stanza iniziale.
La previsualizzazione dell’animazione non era renderizzata, ma insieme ad essa abbiamo fornito i singoli frame chiave renderizzati per dare l’idea del visual e del Look & Feel.
Abbiamo, di nuovo, presentato il lavoro e raccolto i feedback.
WIP e RENDERING
Nei giorni a seguire, abbiamo perfezionato il visual della stanza iniziale, elaborato le animazioni delle quattro teche e definito l'outro.
Durante tutto questo processo, abbiamo mantenuto Cherubini costantemente aggiornato: abbiamo condiviso con loro una cartella WIP (Work in Progress) che veniva aggiornata quotidianamente e una Board su cui pubblicavamo i keyframe renderizzati. Questo ci ha permesso di guidare il cliente passo dopo passo nella previsualizzazione dell'animazione, garantendo un flusso di lavoro agile ed efficiente.
Durante tutto questo processo, abbiamo mantenuto Cherubini costantemente aggiornato: abbiamo condiviso con loro una cartella WIP (Work in Progress) che veniva aggiornata quotidianamente e una Board su cui pubblicavamo i keyframe renderizzati. Questo ci ha permesso di guidare il cliente passo dopo passo nella previsualizzazione dell'animazione, garantendo un flusso di lavoro agile ed efficiente.
Una volta raccolti e implementati gli ultimi feedback, man mano che ogni clip veniva confermata e validata, abbiamo proceduto con il rendering vero e proprio.
Questa passaggio è importante che venga fatto come ultimo: considerando che un secondo di video contiene 24 frame e che ogni frame richiede circa 15 minuti per il rendering, è fondamentale affrontarlo solo quando si è certi delle scelte fatte.
Questa passaggio è importante che venga fatto come ultimo: considerando che un secondo di video contiene 24 frame e che ogni frame richiede circa 15 minuti per il rendering, è fondamentale affrontarlo solo quando si è certi delle scelte fatte.

CONCLUSIONE
Questo approccio agile ci ha permesso di completare il video in maniera liscia, nei tempi previsti, coinvolgendo il cliente nella giusta misura, evitando malintesi o feedback distruttivi, e mantenendo sempre il focus su quello che ha senso e funziona, non su quello che piace al cliente (dato che non sempre le due cose coincidono).
Inoltre, il video è stato un grande successo! Con molti feedback positivi sia interni sia esterni all'azienda, da parte di tecnici e installatori, con un sacco di complimenti e la richiesta da parte di Cherubini della realizzazione di altri due video di questo genere.
Con questo progetto abbiamo validato il nostro approccio: la "metodologia agile" in collaborazione con il cliente, che porteremo avanti con lo sviluppo di tutti i nostri progetti visual futuri, che siano di animazione 3D, di fotografia o videomaking,
Grazie per l'attenzione!
Per qualsiasi domanda, dubbio, chiarimento o richiesta di approfondimento, contattateci a info@visiwo.com